PREMESSE
Cannondale è da sempre nel mio cuore. Ricordo ancora la prima volta che su Mountain Bike Action ho visto una foto della Raven SL e la sensazione di stupore e desiderio che l’accompagnarono. Cannondale è uno di qui marchi che o lo si ama o lo si odia.
Vogliono fare tutto diverso dagli altri, vogliono sempre essere diversi. Ogni tanto sbagliano (vedi l’esperimento delle moto da cross che li ha portati al fallimento) e ogni tanto dimostrano di saper creare dei capolavori su due ruote.
La Cannondale Jekyll 4 in negozio da Amante Casella
La grafica del telaio è molto più bianca di quanto non sia nelle foto del sito Cannondale (il top tube ad esempio non è nero ma bianco). Nel complesso la trovo molto più bella dal vivo che in foto. Molto più bella vista da seduti in sella che lateralmente. I tubi sono molto schiacciati e lateralmente sembrano molto più sottili di quanto non siano realmente. Dalla sella invece si vedono le tubazioni larghe e l’impressione è davvero quella di essere seduti su un telaio in grado di resistere ad ogni abuso.
IL TELAIO
Cannondale ha scelto di unificare l’aspetto dei telai delle Jekyll in carbonio a quelle in alluminio e devo dire che se non fosse per la colorazione sarebbe davvero difficile distinguerne uno dall’altro.
Il top tube è schiacciato, molto largo visto dalla sella e molto sottile visto da lato. Anche qui Dr. Jekyll e Mr. Hyde si alternano! Il tubo obliquo è a sezione quasi quadrata e si allarga notevolmente prima si raggiungere il movimento centrale di dimensioni davvero generose. Il piantone della sella, idroformato anche lui, diventa quasi molto squadrato prima di congiungersi al moviemento centrale. Il fazzoletto di irrigidimento fra sella e tubo orizzontale pare quasi una maniglia per alzare la bici (nella taglia M entra comodamente la mano).
Il carro è abbastanza generoso nelle dimensioni ed ogni infulcro è davvero uno splendore. Le calotte esterne rosse lavorate al CNC sono stupende e nascondono doppi cuscinetti per ogni infulcro per una maggiore rigidezza.
Sistema assai particolare è invece stato adottato per i 3 snodi posti sopra e subito sotto all’ammortizzatore. Per aumentare la rigidezza sono stati posizionati in modo da avere la massima larghezza possibile ed accoppiando inoltre ogni infulcro al suo equivalente dall’altro lato del telaio tramite il perno centrale (perno che in realtà è un tubo da 15mm anodizzato rosso).
L’ammortizzatore che funziona a tiraggio e non a compressione come tutti i modelli al mondo (tolto quello della fallimentare Scott Ransom) permette di essere posizionato molto in basso nel telaio abbassando il baricentro della bici.
LA COMPONENTISTICA
La Cannondale Jekyll 4 in alluminio del test è allestita con un gruppo Sram X-7, deragliatore anteriore SLX, pedivelle Truvativ Fire-X, freni Avid Elixir 3 con dischi da 180mm, cerchi non UST HoneyComb su mozzi Formula, manubrio attacco e reggisella marchiati Cannondale, forcella Fox Float.
Il cambio posteriore Sram X-7 è durato due uscite prima di piegarsi. In effetti un cambio gabbia lunga in carbonio su una bici con metà indole discesistica è un po’ delicato. I comandi sono un po’ lenti nelle cambiate perché a differenza del top di gamma cambiano solo al rilascio del bottone e non al primo scatto. E’ forse qui che si nota maggiormente l’aver scelto il modello entry-level delle Jekyll.
I freni Avid Elixir 3 con dischi da 180mm sono molto potenti ed il feeling è molto positivo sin dalle prime frenate. Anche nelle discese più impegnative si sono dimostrati all’altezza del compito senza patire troppo il surriscaldamento. Unico neo la rumorosità. Dopo un centinaio di km è stato necessario smontare le pastiglie per smussarne i bordi perché il rumore era stato affiancato da strane vibrazioni. 10 minuti, un po’ di cartavetro e tutto era di nuovo a posto.
Le ruote… personalmente non vedo l’ora di montare le Easton Haven per ritornare ai tubeless ed alleggerire la bici.
Reggisella, attacco e manubrio sono marchiati Cannondale e ben curati nei dettagli. Il manubrio è largo 700mm ed ha un rise molto lieve (è finita l’epoca dei manubri con 5 cm di rise) ed è davvero perfetto per questa bici.
FOX 32 FLOAT RL 150mm 1.5″
Il sito ufficiale Cannondale parla di una Talas ma in realtà la bici arriva equipaggiata con una Float. Sulla carta la Float dovrebbe essere leggermente più leggera pur rinunciando alla possibilità di regolarne la corsa. In linea teorica una bici che punta la sua particolarità sulla possibilità di avere due ammortizzatori diversi per salire e scendere dovrebbe avere una forcella con simili capacità… ma ad onor del vero, una volta imboccati i sentieri, non ho mai sentito veramente la necessità di modificare l’escursione della forcella.
Il blocco in realtà irrigidisce notevolmente la forcella e in alcuni tratti scorrevoli di fuoristrada in salita la si può tenere bloccata. Nelle parti più sconnesse tenerla sbloccata aiuta a salire ovunque (per dirne una ho provato per scherzo a salire una scalinata e la forcella ha copiato tutti i gradini permettendomi di arrivare in cima senza sganciare neanche i piedi). Unico neo in salita si sente un po’ la sua altezza notevole quando nei tratti più ripidi il muso della bici tende ad allegerirsi. In effetti il sistema ETA (ndr. questo sistema permette di bloccare la forcella leggermente compressa permettendo di abbassare il muso della bici per la salita) di Marzocchi non era affatto una brutta idea!
La forcella è anche qui un allestimento ad hoc creato da Fox per Cannondale. Steli da 32 ma con canotto da un pollice e mezzo sia sotto che sopra. Dimenticatevi quindi di poter utilizzare il vostro attacco manubrio preferito! Cannondale è da sempre affezionata alle serie sterzo sovradimensionate ed anche qui non si è rimasta fedele alla tradizione. Scelta molto diversa dalla concorrenza come potrebbe essere la Cube Fritzz che monta una Fox con steli da 36 ma sterzo standard da 11/8″. Sarebbe interessante provare entrambe le soluzioni per vedere quale sia la migliore.
Perno passante da 15mm a sgancio rapido, rigidissimo e super rapido da smontare e rimontare.
Fox è una certezza per rigidezza, precisione e fluidità. Personalmente che non credo ci sia nulla di meglio sul mercato. Nei cambi di direzione si apprezza l’estrema precisione della forcella che grazie alla sua estrema scorrevolezza rende vellutate anche i fondi più dissestati. Un’ostacolo in traiettoria e non c’è modo per schivarlo? Basta lasciare i freni e San Float ci porterà oltre. Una benedizione!
FOX DYAD RT2
Questo ammortizzatore posteriore è stato appositamente creato da Fox, in collaborazione con Cannondale, per la nuova Jekyll. Esiste in una sola versione che equipaggia tutti gli allestimenti dalle più “economiche” versioni in alluminio fino a quelle più alte in gamma con telaio in carbonio.
Il DYAD RT2 ha una camera d’aria positiva ed una negativa entrambe ad alta pressione (Cannondale fornisce una pompa apposita per tarare la sospensione), regolazioni separate della velocità del ritorno. Il funzionamento è un po’ complesso diciamo che in modalità Elevate si utilizza una camera più piccola (risposta più progressiva) mentre in modalità Flow si utilizza una camera più grande (per una risposta più lineare).
Il comando a manubrio permette di passare dalla versione Elevate a quella Flow. La prima dona un’indole da Xc alla bici con 90mm di escursione ed una corsa molto progressiva. La seconda trasforma la Jekyll in Mr. Hyde con 150mm di corsa, un sag al 36% (in modalità Elevate è 22%) ed una corsa più lineare.
La trasformazione è davvero impressionante già da fermi, ma è pedalando che lascia davvero senza parole. In modalità Elevate in salita il grip della ruote posteriore è davvero ottimo e la sensazione in pedalata mi ha ricordato la Scalpel. Incredibile a dirsi ma la sensazione è davvero quella di pedalare una full da Cross Country.
In modalità Flow invece la risposta de carro posteriore è molto più discesistica. In più la possibilità di regolare due differenti velocità di ritorno dell’ammortizzatore per la modalità Elevate e Flow aiuta ulteriormente a far cambiare l’indole della bici. In discesa l’unica difficoltà e trovare la levetta nascosta nel nostro cervello per passare anche noi dalla modalità Elevate a quella Flow.
Azionare il comando a manubrio è abbastanza duro (la prima volta la sensazione è che ci sia qualcosa che non va) ma questo è dovuto al fatto che si deve muovere una molla abbastanza dura posizionata all’interno dell’ammortizzare che divide i percorsi dell’olio ed in più questo ammortizzatore utilizza una pressione maggiore dello standard (300/400 psi). Una volta capito che è normale basta premere a fondo! Per il rilascio invece basta premere il pulsantino grigio posto alla sommità della leva e con uno scatto si torna alla posizione Flow.
X-12 142mm
Bella novità, un po’ scomoda per chi voleva recuperare le ruote da un’altra bici, è lo standard X-12 per la ruota posteriore. Perno passante da 12mm con battuta 142mm, serve una brugola da 5 per smontare il tutto (non dimenticate a casa il multi-tool).
I ragazzi della Syntace hanno avuto un’idea buona: prendere lo standard perno passante da 135mm e creare due sedi nel telaio per facilitare l’inserimento della ruota. In questo modo non si deve cercare alla cieca il foro del mozzo con il perno per rimontare la ruota. Linea catena e disco sono allo stesso posto rispetto ad un mozzo con battuta 135mm e per questo motivo molte ruote 135mm sono convertibili a 142 semplicemente cambiando le calotte esterne del mozzo.
Per maggiori info sullo standard X-12 potete visitare il sito Syntace o leggere l’articolo sui nuovi standard dei mozzi posteriori.
Cosa Cambierei
Ruote tubeless come prima cosa (con la camera ho bucato alla seconda uscita, ma quanti anni erano che non mi fermavo sul ciglio della strada a cambiare una camera sulla mtb? Adoro i tubeless con il lattice autoriparante), poi le pedivelle e magari metterei un reggisella telescopico (pare non se ne possa fare a meno di recente).
Ruote avrei montato le bellissime Easton Haven che ho comprato pochi mesi fa… peccato per lo standard X-12 che non sia compatibile con mozzi sgancio rapido da 9mm.
SUL SENTIERO
In salita Dr. Jekyll si dimostra davvero a suo agio nonostante il peso non leggerissimo. In effetti la risposta della bici ti spinge a forzare l’andatura come a cercare il tempo anche sulle salite più impegnative. Le sospensioni permettono di passare oltre qualunque ostacolo e di pedalare anche su pietraie dove con una front da Xc saremmo costretti a spingere (gambe e fiato permettendo).
In discesa Mr. Hyde cambia volto. La ruota posteriore scorre su un rullo di velluto anche nei ratti più dissestati. Certo si deve tenere a mente che se il feeling cambia le ruote non sono diventate delle Dee-Max, che le pedivelle non si sono accorciate (con 175mm è abbastanza facile piantare una pedalata a terra ogni tanto) e che non è cresciuto un tendicatena al posto del deragliatore anteriore. La Jekyll permette molto ma se in discesa vogliamo usarla come una bici da Dh potremmo incappare in alcuni limiti di robustezza. Forse in questo caso converrebbe dare un occhio alla sorellona Claymore, che forse Cannondale avrebbe potuto chiamare Hide per restare in tema!
A fine giornata si realizza che in salita si è pedalato anche nei tratti più duri riuscendo a sorpassare anche quei tratti dove di solito finivamo col mettere un piede a terra; e che in discesa (abbassando la sella) abbiamo anche superato quei tratti tecnici che una volta con la bici da free-ride provavamo e ri-provavamo mille volte per riuscire a superare. Cosa si può chiedere di meglio da una mountain bike?
CONCLUSIONI
La nuova Cannondale Jekyll va a collocarsi nel sempre più affollato gruppo di bici da All-Mountain (si lo so Cannondale dice che la Jekyll è un Over-Mountain 😉 ) e va a competere quindi con la Specialized Enduro, la Cube Fritzz, la Lapierre Zesty, la SantaCruz Nomad e l’Intense Tracer. Anche se le uniche due su budget simili restano però Specialzied e Cube.
Il peso della bici in salita quasi non si sente e se pensiamo che l’allestimento non è dei migliori la situazione potrebbe diventare davvero interessante montando della componentistica un po’ più leggera. Già cambiando le ruote si potrebbe scendere sotto i 13 kg, davvero niente male!
Pro: il sistema del carro posteriore è ben progettato e funziona egregiamente, la cura dei dettagli è davvero sopraffina (basti vedere i passacavi predisposti anche per il comando del reggisella telescopico).
Contro: il cambio posteriore a gabbia lunga è un po’ fragile, le ruote non sono tubeless, il pulsante di “sblocco” dell’ammortizzatore posteriore è abbastanza facile da azionare accidentalmente.
Voto telaio/forcella: 4 su 5 non metto il massimo solo perché esiste la versione in carbonio
Voto componentistica: 3 su 5 va bene contenere i costi ma cavolo almeno il cambio posteriore poteva essere meglio di un X-7
Marca: Cannondale
Modello: Jekyll 4 Alluminio
Colori: bianco/rosso/nero o azzurro/bianco/marrone
Taglie: de
Peso: 13.3 kg la taglia M senza pedali (Cannondale non vuole che si sappia Shhh!)
Prezzo di listino: € 3.300,00
Acquistato da: Amante Casella
daccordissimo con te! ho spaccato la rotella inferiore del cambio alla terza uscita, anche se con 10€ di ricambio ho agevolmente risolto il problema da solo. Da quanto leggo sul sito sram, l’x7 è un cambio da xcountry più che all/over mountain… stesso discorso per i freni, lì credo possa bastare sostituire le pastiglie con altre di mescola differente. Io ho una jekyll 4 taglia XL, l’amico con cui ho ordinato la bici ha una M e, essendo più sensibile di me al volante, si è subito accorto che ci fosse qualcosa di strano. In effetti, misurando il manubrio si è subito evidenziato che dal lato sx era decisamente più alto. Andando a fondonelle misurazioni, ne è venuto fuori che il supporto manubrio è storto, e un pó anche il tubolare manubrio, col risultato di manopola sinistra più alta di circa 16mm. Supporto e manubrio sono stati sostituiti in garanzia, ma il manubrio consegnatoci era un C2 invece del C3 originale, e il supporto nuovo, un po’ diverso dall’originale, almeno nella finitura. Purtroppo sono storti anche i ricambi ricevuti, anche se sensibilmente meno!
In definitiva, mi ritengo soddisfatto da quello che è la bici guidata, molto versatile, e che mi trasmette una discreta sicurezza nell’affrontare i vari percorsi, un bel carroarmato a mio giudizio! meno soddisfatto della componentistica, vedi cambio, freni, manubrio e per niente soddisfatto dell’aftersales, vedi pratica garanzia manubrio. Potrei raccontarti della bici M del mio amico e del serraggio dei link, ma preferisco che magari lo faccia lui! un saluto e buon divertimento!
Mi puoi dire che hanno è questa Jekyll ??? anche io vorrei farmi la Jekyll e se mi puoi dare un consiglio te ne sarò molto grato !!! 😀
Ciao Simone,
questa che vedi è una Jekyll 4 modello 2012 (la prima uscita per intenderci). Oggi puoi trovare la nuova Jekyll 4 2013 che vedi anche sul sito Cannondale.
La Jekyll 4 versione Europa dovrebbe montare un ammortizzatore posteriore X-FUSION P1-RL PULLSHOCK 150 (chiedi però conferma ad un rivenditore perché spesso questi dettagli cambiano) e forcella Rockshox. Per avere Fox si deve passare alla Jekyll 3. Sinceramente credo che la versione 4 con ammortizzatore solo bloccabile non sia molto in linea con il concept di questa bici. Senza l’ammortizzatore doppia camera al posto di una Dott. Jekyll e Mr. Hide avremo solo una Dr. Jekyll e a mio parere è un controsenso.
La bici è favolosa anche se essendo equipaggiata con Fox in Italia ci si scontra con l’assistenza Vittoria che si sta dimostrando inaffidabile come Pepi lo era anni fa.
Ciao Ed Mac,
si si è proprio come dici te, ecco perchè ho chiesto di che anno era……. ho il catalogo 2013 e difatti avevo già visto che i componenti sono diversi da quelli riportati qui, difatti se opterò per una Jekyll 2013 dovrò fare la 3, sennò se trovo qualche offerta per qualche Jekyll 2012 posso optare anche per una 4 …….. tutto sta nei componenti, tanto ormai sono diventato esperto sulla Jekyll visto che è il mio obiettivo perchè mi sono veramente innamorato di questa mtb !!! XD
Grazie ancora della risposta!!! 🙂