Sono ormai diversi giorni che, aprendo la prima pagina della cronaca di Torino su La Stampa si trova la stessa notizia con nomi (molti, troppi) e foto di ciclisti Torinesi coinvolti nella maxi inchiesta del procuratore Raffaele Guariniello che ha portato all’arresto di 12 persone e ben 102 ad essere indagate.
Certo non sono notizie nuove, ormai non si contano più le volte che è scoppiato uno scandalo per atleti che fanno uso di sostanze vietate. Che si parli di calcio, atletica o ciclismo ogni sport ha avuto le sue mele marce.
Questa volta però è diverso. Diverso perché non si parla di professionisti che si lasciano travolgere dalla necessità di vincere ad ogni costo; diverso perché questa volta si tratta di persone che praticano sport per passione (o almeno così speriamo che abbiano almeno cominciano) nel tempo libero per poi finire ad assumere senza alcun controllo medico eritropoietina, testosterone ed altro ancora comprato online senza ricetta.
Questa volta è diverso perché i nomi delle persone in carcere sono nomi che molti di noi conoscono bene ma non perché letti sui giornali o nelle classifiche di gare internazionali. Sono nomi di persone che conosciamo perché alcune sono state in squadra con noi, altre sono amici di un tempo, altri ancora sono gli avversari delle gare Udace della domenica. E il fatto che siano nostri “amici” su facebook non può che farci provare ancora più ribrezzo.
Per coloro che ci hanno imbrogliato ricorrendo al doping per portarci via un gradino del podio, un salame alla premiazione e la soddisfazione di aver vinto una garetta fra amici e la falsa convinzione che fossimo tutti alla pari. Almeno fra “dilettanti”. Ed è per quest’ultimo furto che di più li disprezziamo, per averci portato via la convinzione che si potesse giocare alla pari, senza inganni.
Il ribrezzo si fa ancora più acuto se pensiamo a coloro che hanno rubato in ospedale farmaci pagati da noi con le tasse che sarebbero serviti a curare dei malati di tumori per poi rivenderli o utilizzarli loro stessi per doparsi, mettendo a rischio la propria vita e quella di altri.
Ricordiamo che le persone in carcere sono Rosario Canino, 45 anni, di Beinasco; Marco Ceresa, 48 anni, di Torino; Silvio Schiari, 45 anni, di San Mauro Torinese; Davide Posca, 42 anni, di Inverno (Pavia); Doriano Cinato, 49 anni, di Condove; Angelo Papa, 26 anni, di Torino; Guido Papini, 38 anni, di Collegno; Gianfranco Fiume, 39 anni, di Torino.
Sono invece agli arresti domiciliari Domenico Miccoli, 59 anni, di Givoletto; Roberto Bientinesi, 71 anni, di Torino; Massimo Coralluzzo, 46 anni, di Eboli (Salerno); Anna Voto, 54 anni, di Torino.
Sottoposta all’obbligo di dimora è invece Cinzia Carella, 38 anni, di San Mauro Torinese (Torino).
Ora ci aspettiamo tutti una risposta ferma e decisa da parte della direzione UDACE nei confronti di queste persone.
Non trovo altro modo di concludere se non così:
CHE VERGOGNA!
Articoli de La Stampa:
Dodici arresti nella maxiretata contro il doping
Confessano i dopati del ciclismo
Disposti a tutto gli invincibili ciclisti della domenica