I più assidui frequentatori della nostra pagina facebook si saranno accorti che sabato nel tardo pomeriggio abbiamo pubblicato un messaggio che segnalava la chiusura temporanea per motivi di sicurezza di un tratto del sentiero 26 sopra la frazione dei Tetti Rocco. Già dalla prima mattinata del giorno successivo il sentiero è stato riaperto, ma cosa è successo di preciso?
Partiamo dall’inizio: sabato pomeriggio dopo parecchie settimane di assenza da Torino perché all’estero, salto in sella alla bici e parto per una pedalata nei boschi di casa. Il mio giro standard prevede di salire dal sentiero 26, un sentiero che negli ultimi vent’anni credo di aver percorso qualche centinaio di volte, per raggiungere la panoramica. I boschi ed il sentiero mostrano i segni della mancanza di pioggia ed il fondo è quasi sabbioso a tratti. Ho da poco superato la vecchia frana sopra a Tetti Rocco quando qualcosa che sporge dal terreno cattura la mia attenzione così mi fermo e torno indietro per guardare meglio. Il colore fa pensare ad un metallo e la forma è troppo regolare per essere un sasso, soffio per spostare la polvere e quello che vedo mi fa pensare ad una munizione inesplosa o parte di essa.
Utilizzo quindi tre rami per creare un triangolo attorno all’oggetto e mentre chiamo le forze dell’ordine mi assicuro che i molti biker ed escursionisti che transitano passino attorno all’improvvisata cornice, destando non pochi dubbi e curiosità nei passanti. Dopo aver inviato le foto alla centrale dei Carabinieri viene deciso di inviare un’auto per accertare la natura del ritrovamento. Altri biker passano mentre continuo a dirigere il traffico fino a quando squilla il telefono per la chiamata della pattuglia che è arrivata alla vicina frazione di Tetti Rocco, gli vado quindi incontro per portarli sul posto del ritrovamento.
Vengono scattate altre foto ed inviate agli artificieri per un parere. Nel frattempo molti dei passanti vogliono contribuire condividendo le loro ipotesi sulla natura dell’oggetto, nell’arco di un paio d’ore si spazia dal paletto della segnaletica al palo per piantare i pomodori fino al “dito alieno”.
Cosa fare quindi se percorrendo i sentieri vi capita di imbattervi in un oggetto che sembra un UXO o ordigno inesploso:
- Non maneggiate per nessun motivo e non cercate di rimuovere l’oggetto in questione,
- mettete in sicurezza il perimetro per evitare che altri biker o escursionisti calpestino l’oggetto,
- scattate una foto (possibilmente con una banconota come riferimento per le dimensioni), segnate le coordinate GPS (anche con WhatsApp),
- chiamate le forze dell’ordine per segnalare il ritrovamento.
La prudenza non è mai troppa quando si tratta di questo tipo di situazioni, come riportato da questo articolo de La Stampa “Negli ultimi 10 anni ci son state 30 mila operazioni, nel corso delle quali sono stati distrutti 12 mila ordigni. Solo nel 2012 i reparti del genio hanno eseguito 4020 interventi, quindi una media di undici al giorno.”
Purtroppo l’eredità dei due conflitti mondiali può ancora oggi costare molto cara per chi agisce in leggerezza e cerca di portare a casa un souvenir (cosa tra l’altro illegale). Il passaggio del tempo e l’erosione dell’acqua rende infatti bombe e munizioni estremamente instabili e può bastare poco per farle esplodere.
Viene quindi chiuso il tratto del sentiero interessato a monte ed a valle in attesa del genio militare che provvederà alla rimozione del possibile ordigno. A proposito, vi ricordate le regole del sentiero IMBA che dicono di non percorrere i sentieri chiusi? Non si può mai sapere per quale motivo il sentiero è stato chiuso!
La storia potrebbe finire qui perché ogni oggetto che sembra un ordigno va trattato con la massima cautela, come dicono gli inglesi “better safe than sorry” più o meno il nostro “meglio prevenire che curare”. Per i più curiosi, come il sottoscritto, oggi ho ricevuto una chiamata dai Carabinieri: questa mattina il genio militare ha disinnescato e rimosso un proietto calibro 37 mm dell’artiglieria risalente alla prima guerra mondiale ed ancora carico. Better safe than sorry 😉